mercoledì 9 aprile 2008

Non sono una signoooora

Ero avanti allo specchio a fare smorfie rilassanti col naso, con la lingua e con le orecchie. Poi ho tirato su i capelli e mi sono fatta strega, cotonandomeli con un pettine nero e a tre punte.

Cotonavo e cotonavo, cantando una canzone di Loredana Bertè “Non sono una signoooooraaaaaaa!”.

Fu quel verso a illuminarmi totalmente.
“Voglio diventare uomo” urlai impazzita.

Spalancai tutte le finestre di casa e mi affacciai in ognuna di esse esclamando ai passanti “Voglio diventare Uooooooooomooooooo! Voglio un pisellaaaaaaccio!”

Un ragazzo, sopra un motorino, si fermò, guardò in su e mi disse: “A bella, te chiamo er 113 o er sexy shop e te ordino er pisello de gomma?”

“Lo voglio vero, coglione!” gli risposi inviperita.

In preda all’illuminazione soggettiva più inaudita, chiusi tutte le finestre e mi tuffai sulle pagine gialle.

Voce: chirurghi plastici.
Zona: Lazio.

Nel giro di un paio di telefonate riuscii ad acchiappare al volo un appuntamento con il dottor Scrotto di Roma.

“Mi dica, signora Polvere, in cosa posso esserle utile?” mi chiese tutto carino.

“Voglio l’uccello!” gli risposi spavalda.

“Quello di Del Piero? “ mi fece ridendo.

“Non scherzo, stronzo! Tiri fuori le palle e mi metta il pisello tra le cosce!” lo intimai, non rendendomi conto del pazzesco doppio senso che avevo appena partorito.

Mi operò ambulatoriamente, tra qualche mugugno strano, un colpo della strega che mi lasciò zoppicante, un alleggerimento del bancomat e una contrazione del diaframma che mi fece singhiozzare per un paio d’ore.

Tornai a casa felice, soddisfatta e con un pisello vero dove non batte il sole.

Sinonimi di pisello: uccello, pene, lombrico, supposta, cazzo, mazza, asta, minchia, verga, membro.

Mi sedetti sul divano a pensare.

Tic tac, tac tic, tuc e toc. Il tempo non passava mai.

Tac toc, tic, tuc. Il tempo passava piano, talmente piano da farmi impazzire l’attaccatura del membro che balbettava e saltellava sotto la gonna.

Mi dava un gran fastidio.

E, mentre mi sgrattavo l’appendice insolita, mi ponevo domande sul come, gli uomini, possano sopportare un vermiciattolo che si fa “i cazzi suoi” senza controllo!

Iniziò a scapparmi di fare la pipì.
“Oddio” pensai nel panico “ e adesso???”
E adesso pssssssspppppssssssssssss.

Provai a sedermi e “il coso” mi sbucava in ogni dove facendomi prendere certi spaventi da guinnes.

Mi alzai e presi la mira al centro, ma il vermiciattolo maledetto sbandava qua e là.

“Ok, okkkk, lo prendo in mano e lo teeeengo!!” mi urlai addosso, oramai piangente e impressionata.

Presi il bastardo a pieno palmo, chiusi un occhio per prendere bene il buco che oramai sembrava la bocca di uno squalo pronto a dilaniarmi e zooopppete, mi svuotai cantando, ancora una volta “Non sono una signooooraaaaaa!”

Quando fu tutto finito mi accorsi della tragedia: il mio cicciolo si era un po’ dibattuto, dibattendosi e aveva slerciato qua e là, un po’ su e un po’ giù. Pulii delusa e schifata.

Sgrollando piano piano “il piccino” e canticchiando me ne andai a dormire, stanca e straziata dal peso da trascinare.

Morale: prima di giudicare i maschietti con l'asta, prova!

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