sabato 10 maggio 2008

Via la sfiga da Figo


Ogni volta che, in tv, vedo Moratti, il presidente dell’Inter, sento il bisogno incrollabile di andarmi a lavare le mani. Giuro, è più forte di me. Ho la stessa sensazione di quando viaggio in treno e le mani diventano tutte appiccicose, manco avessi maneggiato miele putrido. Sarà che quando parla si intravede la sua salivazione abbondante, sarà che ha dei lineamenti che sono uno strano incrocio tra una pozzanghera e una porzione di patatine fritte dal brattaro, ma tant’è: quando lo vedo io mi ungo.

Poiché dicono “dimmi chi ti dirige e ti dirò chi sei”, è chiaro che io provi un’unguenta antipatia anche per i calciatori che non fanno nulla per dimostrare simpatia.
Alla consegna di un tapiro d’oro si sono dimostrati tutti scazzati con una capacità di battuta pari alle strafighe che se la tirano senza un minimo di dose intellettiva. Quando giocano emanano arroganza da ogni dove; se continuano così ce li troveremo con i raccoglitori di sputi personali e con il conserva-scorregge, perché ‘sti qua sono capaci di credere che il loro liquame abbia un valore esagerato.

Quando parlano non ne parliamo, hanno la patata in bocca, poiché incapaci di fare un discorso compiuto, senza pause e senza sbandamenti (ma questa è una prerogativa di molti calciatori).

Ma il colmo dei colmi dell’Inter è che Moratti va dalle maghe, crede nelle fatture (ehm!), nel malocchio ed è superstizioso da paura (sì, paura!)come i suoi adepti calciaroli.

Così quando un gattino nero incomincia a girare intorno al loro campo d’allenamento, questi cercano di mandarlo via a calci e sassate, pensando che il povero gattino nero porti sfiga.

Eh!

Ma il gattino non se ne va e, così, Figo prende la sua macchinona e che fa? Lo spiaccica sotto le ruote.

Ecco fatto. Fuori la sfiga da Figo che di figo ha solo l’espressione da ebete.

E come dice Feltri “Quando Figo attraversa la strada io mi gratto!”.

Beh, anche io.

… e mi lavo le mani prima.

giovedì 24 aprile 2008

L'appanico dolce

Sono in attesa: una mia amica ha portato fuori il cane che avrei dovuto portare io e non torna più.

Ecco. Queste sono le attese che crogiolano il mio stomaco come non mai. Per una passeggiata con cane dovrò bere maalox e, se l’attesa sarà ancor più lunga di quanto lo è adesso, mi toccherà slinguazzare anche qualche goccia di lexotan. Terribile quanto io sia debole ed emotiva. Mi basta poco, decisamente poco, per sentirmi appanicata, agitata, senza difese, in balia del presente, come se io non avessi alcun potere su me stessa e se da una parte mi dispiaccio di queste mie debolezza, dall’altra me ne rallegro, perché proprio non sarei capace di vedermi in altro modo. Ho bisogno dei miei lati deboli, dei miei difetti, anzi ho bisogno più dei miei difetti che dei miei pregi, perché io così mi rendo conto che quando qualcuno mi vuole bene, mi vuole bene davvero, perché chi riesce a sopportarmi a lungo non è la solita stella cadente di passaggio.

Nel frattempo la mia amica è tornata sana e salva.

“Dove sei stata, porco cane? Mi stavo preoccupando!”

“ Mi sono fermata a chiacchierare. Che carina sei a preoccuparti…”

Volevo ribatterle che mi preoccupavo per il cane, ma ho messo da parte quella stronzaggine che, purtroppo e a volte, fa parte dei miei difetti.

mercoledì 23 aprile 2008

Voglio diventare una carriola

Mentre Mario del Grande Fratello 8 dice de sentisse Magnum P.I. io scopro di avere la cellulite. Insomma due scoperte diverse, le nostre, ma darei un mio stipendio per sapere se anche il magnum, oramai invecchiato, ha la cellulite. Così, giusto per consolarmi, perché aver fatto questa scoperta avanti allo specchio del mio bagno è stato traumatico. Non che fino a oggi ne fossi priva, sia chiaro! Solo che vedermi la cellulite nel pieno della sua vitalità, mentre cantava il trullallà sul tratto coscia-gluteo mi ha fatto venire un unico desiderio: entrare, di soppiatto, nella novella “La carriola” e prendere il posto del cane, sperando di trovare giovamento alla buccia d’arancia.

martedì 22 aprile 2008

Curiosità

Il 2% del buco dell'ozono è causato dalle scorregge delle mucche

lunedì 21 aprile 2008

Dio non può far miracoli, nè delegare qualcuno a farne

Penso alla mia amica che, guardando una trasmissione su Padre Pio, mi aveva detto: “Come si fa a non avere fede ascoltando le storie di tanti miracoli?”. Ecco, a me capita proprio il contrario: quando sento le storie delle persone miracolate da qualche santo, mi sento anni luce lontana da Dio e mi chiedo come sia possibile che gli altri non provino la mia stessa sensazione di allontanamento. Un Dio che sceglie a chi regalare un miracolo non può che farmi porre domande banali: perché miracolare una donna di 60 anni e non un bambino con gli occhioni sofferenti e impauriti? Perché fare favoritismi? Un Dio che fa questo fa preferenze e un dio preferenziale è troppo umano per i miei gusti, puzza quasi di personaggio politico. Quindi vengo presa dall’idea che dove ci sono i miracoli non c’è Dio, bensì solo un particolare arricciamento cerebrale del cosiddetto miracolato

domenica 20 aprile 2008

Cartoni ed esoftalmo














I lineamenti delle persone del '700 sono sicuramente diversi dai nostri. Una bella donna dell'Illuminismo, nel 2008 sarebbe classificata una racchia. Insomma la fisionomia si evolve, cambia.
Lo stesso capita per i cartoni animati. Negli anni '90 c'erano i manga con quelle facce dalla bocca larga e gli occhi quadratamente spalancati e, oggi, ci sono i Simpson, i Griffin e gli American dad che sembrano soffrire di esoftalmo.

venerdì 18 aprile 2008

L'assurdo

Dicono che i giovani di oggi siano ignoranti, che non sappiano più scrivere, che non sappiano scrivere una frase senza almeno un errorore di ortografia, che non riconoscano un verbo ausiliare da una congiunzione o da una preposizione.
Bene.
Ma quando scopri che un professore di lingua italiana, laureato in lettere, corregge il verbo scoccare, scritto in maniera giusta, cancellando una "c", affermando categoricamente che scoccare si scrive, in realtà scocare (che sembra una contrazione tra scorreggiare, scopare e cacare), è facile farsi venire il grande dubbio, ovvero che l'ignoranza dei giovani di oggi abbia radici nell'ignoranza dei giovani di ieri e, purtroppo, nei laureati di oggi.
Che si incominci ad insegnare agli insegnanti, va là...